Giovedì 5 giugno, nell’ambito di “Brutti Caratteri”, X festival di
editoria e culture indipendenti, presso la libreria “Libre!” è stato presentato
il volume “Etnografia del quotidiano. Uno sguardo antropologico sull’Italia che
cambia” di Marco Aime, antropologo, docente di antropologia culturale all’Università
di Genova, conduttore di ricerche sul campo in Benin, Burkina Faso e Mali e già
autore di numerosi articoli e libri.
“Troppo spesso l’accademia è autoreferenziale” inizia Aime, perciò
“fare un’analisi antropologica della società è per dare uno stimolo”. Ed ecco
quindi come la parata del 2 giugno, la percezione della Borsa e del potere
finanziario o lo sviluppo del sistema ferroviario nazionale diventano metafore
per capire l’evoluzione della società italiana: Aime racconta ciascuno di
questi descrivendoli in una cornice etnologica ed antropologica, nelle sue
contraddizioni e nelle sue trasformazioni, ponendo le tematiche come spunto di
riflessione sulla struttura della nostra società, della nostra democrazia, del
nostro sistema economico. Infine, dopo il crollo delle grandi ideologie del
‘900, di fronte alle percepite minacce della globalizzazione che inducono la
paura di perdersi e il ritorno a “nuovi tribalismi”, Aime ci ricorda come “la
storia dell’umanità è storia di migrazioni”, perché “abbiamo piedi, non
radici!”
Dall’introduzione: “Due aspetti emergono in maniera forte da questi
saggi: il primo è l’immagine di una società che sembra non credere ai propri
stessi principi, che presenta una struttura ufficiale debole, ma una forte,
sebbene disarticolata antistruttura, che agisce in modo disordinato, impedendo
il nascere di una coscienza collettiva. Il secondo, conseguenza del primo, è la
criticità del rapporto tra Stato e cittadino, che nel nostro paese conserva
ancora tratti caratteristici di regimi autoritari, anche se celati nelle pieghe
della legalità.”