martedì 1 ottobre 2013

Sud e Magia - Ernesto De Martino

Ernesto De Martino  (1908-1965) è stato uno storico delle religioni e antropologo di origine napoletana che, nel secondo dopoguerra, affrontava il problema dei poteri magici, nel senso delle tradizioni popolari e dei modelli di religiosità delle classi subalterne. L’interesse nei confronti della psicologia, della psichiatria e della psicoanalisi, gli ha permesso di addentrarsi all’interno di campi come il folklore la magia o il rituale con una metodologia innovativa e originale. De Martino, per primo in Italia, ha esplorato quegli ambiti che costituiscono il cuore della riflessione etnopsichiatrica : il senso della crisi e la funzione reintegratrice dei miti, il rapporto fra sofferenza e strategie magico-rituali, il modello di efficacia terapeutica nelle tradizioni mediche popolari, il significato dei culti di possessione e dello sciamanesimo, l’esperienza del cordoglio e la sua modulazione popolare al fine di dare un “orizzonte al discorso” (Beneduce, 2007). Particolarmente importante e innovativa è la sua inaugurazione dell'indagine interdisciplinare, che rimarrà come un'acquisizione ed un'esigenza definitiva negli studi etno-antropologici, e che egli adottò soprattutto nello studio del tarantismo pugliese, con l'unione in un'unica èquipe di uno psichiatra, di una psicologa, oltre allo storico delle religioni, a un'antropologa culturale, all'etnomusicologo e al documentarista cinematografico. Poche altre riflessioni di quegli anni possono rivendicare lo stesso rigore e la stessa sensibilità nel misurarsi con il significato esistenziale e storico della crisi e della malattia mentale. 

Pubblicata nel 1959 come seconda parte della trilogia dedicata alla descrizione dei riti magico-religiosi nelle regioni meridionali – Morte e pianto rituale nel mondo antico apparso un anno prima e La terra del rimorso del 1961 – l’opera Sud e Magia propone un’interpretazione della sfera magica che, superando i confini dell’indagine territoriale, esamina le reazioni degli individui di fronte al negativo che irrompe nella storia. La dimensione magica, come del resto la mitologia e la religione, offrono agli uomini un rifugio sicuro ponendosi, come ordine superiore  e metastorico, al riparo dai pericoli prodotti dal divenire storico. Secondo Galimberti (che ha curato la prefazione della più recente edizione Feltrinelli) nell’interpretazione demartiniana la protezione magica assolve ad una duplice funzione: da un lato garantisce un orizzonte rappresentativo stabile capace di assorbire la negatività del negativo e dall’altro relativizza il processo di destorificazione del divenire. In tal modo si delinea un «quadro mitico di forze magiche, di fascinazioni e possessioni, di fatture e di esorcismi, che istituzionalizza la figura di operatori magici specializzati».

Trovate un video su De Martino realizzato da RaiStoria qui.

Bibliografia:
Beneduce R., Etnopsichiatria, Carocci Ed. 2007.
Galimberti U., Prefazione a De Martino, E. Sud e Magia, Feltrinelli 2008.