Ernesto De Martino
(1908-1965) è stato uno storico delle religioni e antropologo di origine
napoletana che, nel secondo dopoguerra, affrontava il problema dei poteri
magici, nel senso delle tradizioni popolari e dei modelli di religiosità delle
classi subalterne. L’interesse nei confronti della psicologia, della
psichiatria e della psicoanalisi, gli ha permesso di addentrarsi all’interno di
campi come il folklore la magia o il rituale con una metodologia innovativa e
originale. De Martino, per primo in Italia, ha esplorato quegli ambiti che
costituiscono il cuore della riflessione etnopsichiatrica : il senso della
crisi e la funzione reintegratrice dei miti, il rapporto fra sofferenza e
strategie magico-rituali, il modello di efficacia terapeutica nelle tradizioni
mediche popolari, il significato dei culti di possessione e dello sciamanesimo,
l’esperienza del cordoglio e la sua modulazione popolare al fine di dare un “orizzonte
al discorso” (Beneduce, 2007). Particolarmente importante e innovativa è la sua
inaugurazione dell'indagine interdisciplinare, che rimarrà come un'acquisizione
ed un'esigenza definitiva negli studi etno-antropologici, e che egli adottò
soprattutto nello studio del tarantismo pugliese, con l'unione in un'unica
èquipe di uno psichiatra, di una psicologa, oltre allo storico delle religioni,
a un'antropologa culturale, all'etnomusicologo e al documentarista
cinematografico. Poche altre riflessioni di quegli anni possono
rivendicare lo stesso rigore e la stessa sensibilità nel misurarsi con il
significato esistenziale e storico della crisi e della malattia mentale.
Pubblicata nel 1959 come seconda parte della trilogia
dedicata alla descrizione dei riti magico-religiosi nelle regioni meridionali –
Morte e pianto rituale nel mondo antico apparso un anno prima e La
terra del rimorso del 1961 – l’opera Sud
e Magia propone un’interpretazione della sfera magica che, superando i
confini dell’indagine territoriale, esamina le reazioni degli individui di
fronte al negativo che irrompe nella storia. La dimensione magica, come del
resto la mitologia e la religione, offrono agli uomini un rifugio sicuro
ponendosi, come ordine superiore e metastorico, al riparo dai pericoli
prodotti dal divenire storico. Secondo Galimberti (che ha curato la prefazione
della più recente edizione Feltrinelli) nell’interpretazione demartiniana la
protezione magica assolve ad una duplice funzione: da un lato garantisce un
orizzonte rappresentativo stabile capace di assorbire la negatività del
negativo e dall’altro relativizza il processo di destorificazione del divenire.
In tal modo si delinea un «quadro mitico di forze magiche, di fascinazioni e
possessioni, di fatture e di esorcismi, che istituzionalizza la figura di
operatori magici specializzati».
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Bibliografia:
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Bibliografia:
Beneduce R., Etnopsichiatria, Carocci Ed.
2007.
Galimberti U., Prefazione a De Martino, E. Sud e Magia,
Feltrinelli 2008.